Articolo in prima

Appuntamenti del Calendario Pastorale per gli studenti delle scuole secondarie di II grado in preparazione alla Pasqua

Arcidiocesi di Catania - Ufficio Pastorale Scolastica

Carissimi,
vi scrivo in merito ad un doppio appuntamento del Calendario Pastorale per gli studenti delle scuole secondarie di II grado in preparazione alla Pasqua, che si terrà con la stessa modalità in due giorni e luoghi differenti:
- martedì 28 marzo alle ore 17 presso la Scuola Santa Lucia (Via S. Tommaso D’Aquino, 19) ad Adrano;
- mercoledì 29 marzo alle ore 18.30 presso la Chiesa San Michele Arcangelo ai Minoriti-Cappellania Universitaria (Via Etnea, 85) a Catania.
Il tema è “Testimoni della rinascita.
Camminiamo insieme verso la Pasqua” e interverranno S.E. Mons. Luigi Renna e il Dott. Silvio Cattarina, psicologo e sociologo fondatore della comunità “L’imprevisto” di Pesaro (in allegato la locandina).
I due incontri saranno animati musicalmente dal CGS Life di Biancavilla e presentati dai giovani dell’Azione Cattolica (Movimento Studenti).
Saranno coinvolti i docenti tramite i canali ufficiali e grazie all’Ufficio Scolastico Diocesano, ma trattandosi di iniziative pomeridiane è importante che gli adolescenti presenti nelle vostre parrocchie siano invitati e accompagnati da Voi e dagli operatori pastorali, sia per la bellezza di vivere insieme l’esperienza sia per motivi concreti di spostamenti con i mezzi.
Senza il Vostro prezioso coinvolgimento c’è il rischio che non a tutti i destinatari giunga l’invito attraverso le scuole, per questo sottolineiamo questo aspetto.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti:
pastoralescolastica@arcidiocesicatania.com
Grazie di cuore e serena settimana
Marco Pappalardo (Direttore Ufficio Pastorale Scolastica)

Catechesi quaresimali dell’Arcivescovo "Da Babele a Gerusalemme: costruire la città dell’uomo a misura d’uomo"

Arcidiocesi di Catania - L'Arcivescovo

Arcidiocesi di Catania
Catechesi quaresimali dell’Arcivescovo
Da Babele a Gerusalemme: costruire la città dell’uomo a misura d’uomo

Chiesa Cattedrale di Catania ore 19.45
1 marzo
8 marzo
15 marzo
22 marzo

Riportiamo l’intervento che don Piero Sapienza ha tenuto il 16 febbraio 2023, al Palazzo di Giustizia di Catania, nell’ambito della Mostra “Sub Tutela Dei” dedicata al beato martire, il giudice Rosario Livatino

Ufficio Problemi sociali e lavoro dell’Arcidiocesi di Catania

Riportiamo l’intervento che don Piero Sapienza ha tenuto il 16 febbraio 2023, al Palazzo di Giustizia di Catania, nell’ambito della Mostra “Sub Tutela Dei” dedicata al beato martire, il giudice Rosario Livatino, organizzata dalla Fondazione F. Ventorino, Ufficio Problemi sociali e lavoro dell’Arcidiocesi di Catania, Centro Culturale, Fondazione S. Agata.

1.Quali le convinzioni di fondo che guidavano l’attività del “magistrato” Rosario Angelo Livatino, ucciso dalla mafia, il 21 settembre 1990, all’età di 38 anni, mentre si recava al lavoro in Tribunale? In quanto cristiano, sapeva che l’uomo è creato “a immagine e somiglianza di Dio”. Quindi possiede una dignità e un valore inestimabili. Nell’uomo, in ogni uomo (anche nel criminale più incallito) c’è “una scintilla del fuoco divino”, un “elemento divino” (per dirlo con le parole del grande pensatore A. Rosmini, il quale, nella sua monumentale Filosofia del Diritto, arrivava a definire l’uomo “il diritto umano sussistente e quindi l’essenza del diritto”). Tuttavia, nell’antropologia cristiana si tiene conto anche del fatto che l’uomo, con le sue scelte di peccato, le sue azioni delittuose, può oscurare questa luce o addirittura spegnerla. Ma i germi, i semi del bene rimangono in lui, anche se sono soffocati. S. Tommaso d’Aquino, nella sua Summa theologica (S.Th. I, q.117, art.1), avrebbe fatto questo paragone di fronte a un soggetto che avesse perso il suo splendore interiore per la sua cattiva condotta: è come se avessimo un pezzo di ferro arrugginito. Non dire mai che non c’è nulla da fare. Infatti, il fabbro, con il suo paziente lavoro di limatura, può far riemergere la lucentezza del ferro. In altri termini, con un paziente lavoro pedagogico- formativo, si può aiutare una persona a ritrovare il suo splendore umano. E a tal proposito, papa Francesco osserva che “la virtù naturale della giustizia esige di essere esercitata con sapienza e con umiltà, avendo sempre presente la «dignità trascendente dell’uomo», che rimanda «alla sua natura, alla sua innata capacità di distinguere il bene dal male, a quella “bussola” inscritta nei nostri cuori e che Dio ha impresso nell’universo creato».

2. Inoltre, per Livatino era importante coniugare giustizia e carità. Infatti, scriveva: “la giustizia è necessaria, ma non sufficiente, e può e deve essere superata dalla legge della carità che è la legge dell'amore, amore verso il prossimo e verso Dio, ma verso il prossimo in quanto immagine di Dio [...]”. E' interessante notare che si tratta di una visione che è propria della Dottrina sociale della Chiesa. Infatti, nella Caritas in Veritate (n.6), Benedetto XVI nota con S. Agostino che la polis senza la giustizia sarebbe piuttosto “una banda di ladri”, ma allo stesso tempo evidenzia che: «la giustizia è inseparabile dalla carità, è intrinseca ad essa». Da un lato, la carità esige e presuppone la giustizia, ma dall’altro lato la supera e la completa. In queste affermazioni, a mio avviso, si può leggere il recupero della tradizione classica greca, e in particolare di Aritstotele, secondo cui la polis procede nella realizzazione di una giustizia sempre più vera nella misura in cui la vita sociale è innervata da sinceri vincoli di amicizia civile: “Sembra che persino le città siano tenute unite dall’amicizia, e i legislatori si preoccupano di essa ancor più che della giustizia…”(Etica Nicomachea, 1155 a 25-30).

3.Livatino era convinto che il Giudice deve distinguersi per un tratto profondamente umano, “egli è una persona seria sì, persona equilibrata sì, persona responsabile pure … persona comprensiva ed umana, capace di condannare, ma anche di capire». “Il comportamento della persona è pienamente umano quando nasce dall'amore, manifesta l'amore, ed è ordinato all'amore. Questa verità vale anche in ambito sociale…” (CDS 580). Per Livatino il compito di giudicare implica serie difficoltà di coscienza. Scrive Livatino: “Il compito dell'operatore del diritto, del magistrato, è quello di decidere; orbene, decidere è scegliere e a volte scegliere fra numerose cose o strade o soluzioni; e scegliere è una delle cose più difficili che l'uomo sia chiamato a fare. [...]”. Ed è proprio a questo punto “che il magistrato credente può trovare un rapporto con Dio. Un rapporto diretto, perché il rendere giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio. Un rapporto indiretto per il tramite dell'amore verso la persona giudicata. Il magistrato non credente sostituirà il riferimento al trascendente con quello al corpo sociale, con un diverso senso ma con uguale impegno spirituale. Entrambi, però, credente e non credente, devono, nel momento del decidere, dimettere ogni vanità e soprattutto ogni superbia;devono avvertire tutto il peso del potere affidato alle loro mani, peso tanto più grande perché il potere è esercitato in libertà ed autonomia”. E Livatino sottolinea: “Ed ancora una volta sarà la legge dell'amore, la forza vivificatrice della fede a risolvere il problema radicalmente. Ricordiamo le parole del Cristo all'adultera: "Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra"; con esse egli ha additato la ragione profonda della difficoltà: il peccato è ombra e per giudicare occorre la luce e nessun uomo è luce assoluta.
4.Livatino è beato e martire. Giovanni Paolo II (incontrando i genitori di Livatino) lo definì “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Troviamo la spiegazione di questa affermazione in S. Tommaso d’Aquino, il quale scrive:che “muore per Cristo non soltanto chi è ucciso a motivo della fede in Lui, ma anche chi è ucciso per qualsiasi opera di giustizia compiuta per amore di Cristo” (Super romanos VIII, 7). Ma questo momento supremo della vita di Livatino era stato preceduto da una fede vissuta nella fedeltà quotidiana al suo lavoro di magistrato. Come direbbe Francesco: è un santo della porta accanto. Un uomo che ha vissuto in modo straordinario la vita ordinaria, attuando così la “misura alta della vita cristiana” (G. Paolo II),cioè la santità, testimoniata con la coerenza della sua vita. E infatti, Livatino era solito ripetere: «Alla fine della vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili». Pertanto, si può dire che Livatino ha lasciato un esempio luminoso di come la fede possa esprimersi compiutamente nel servizio alla comunità civile e alle sue leggi; e di come l’obbedienza alla Chiesa possa coniugarsi con l’obbedienza allo Stato, in particolare con il ministero, delicato e importante, di far rispettare e applicare la legge. Per questa fede adamantina, che si coniugava con la sua professionalità, molti lo denigravano come “santocchio”. Nell’udienza al Consiglio Superiore della Magistratura, il 17 giugno 2014, Papa Francesco definì Livatino, accostandolo a Vittorio Bachelet, testimone “esemplare dello stile proprio del fedele laico cristiano: leale alle istituzioni, aperto al dialogo, fermo e coraggioso nel difendere la giustizia e la dignità della persona umana”. Il Card. Semeraro, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi afferma “che Livatino possedeva una personalità cristiana tale da permettergli di superare il piano della giustizia e dell’azione di un magistrato”.
Mentre lo uccidono, ai killer, Livatino dice: “Picciò, che vi ho fatto?”. Riecheggiano le parole di mitezza del profeta Michea (6,3) , riferite dalla liturgia a Cristo che patisce sulla Croce, “Popolo mio che cosa ti ho fatto?”
5- Per concludere, penso che le convinzioni di Livatino possano aprire spiragli per cominciare a percorrere le vie della giustizia riparativa. E infatti, per questo teniamo presenti le parole di papa Francesco (Nov. 2019): “Nella visione cristiana del mondo, il modello della giustizia trova perfetta incarnazione nella vita di Gesù […]. Le nostre società sono chiamate ad avanzare verso un modello di giustizia fondato sul dialogo, sull’incontro, perché là dove possibile siano restaurati i legami intaccati dal delitto e riparato il danno recato”. Torniamo così al valore di fondo della persona, e con la definizione di S. Tommaso: “persona significa relazione” (S. Th. I, q.29, art.4). La giustizia riparativa punta a restaurare “relazioni” tra le persone: quelle ferite (le vittime) e gli autori del delitto. Pertanto, percorrere la via della giustizia riparativa vuol dire porre le condizioni per far maturare la persona attraverso le relazioni da recuperare. Allora, con Papa Francesco possiamo dire: “ Non credo che sia un’utopia, ma certo è una grande sfida. Una sfida che dobbiamo affrontare tutti se vogliamo trattare i problemi della nostra convivenza civile in modo razionale, pacifico e democratico”.

Don Piero Sapienza
Direttore Diocesano Ufficio Problemi sociali e lavoro

Le notti di Nicodemo

Vicariato Pastorale per la cultura

Le notti di Nicodemo
Le “Notti di Nicodemo” sono incontri voluti dal nostro arcivescovo mons. Luigi Renna per il periodo quaresimale e pensati come proposta di riflessione comunitaria principalmente, ma non solo, per i giovani universitari.
Lo scopo è quello di fare un’esperienza comune, docenti e studenti, senza alcuna finalità didattica o confessionale, partendo dall’emozione che un brano del Nuovo Testamento trasmette o suscita. Lo stile sarà quello di un approccio al brano proposto ogni volta da un docente diverso seguito da una testimonianza di vita che mostri l’attualità del testo e le sue potenzialità per favorire la conoscenza di sé e degli altri e contribuire così alla propria realizzazione non nonostante, ma proprio a partire dalle proprie fragilità o dai limiti che la vita pone prima o poi al cammino di ciascuno. Non a caso il sottotitolo dell’esperienza porta il nome “Storie di ordinario riscatto”.
Seguirà quindi un dialogo aperto con i partecipanti nel quale ci si potrà arricchire reciprocamente a partire dalla propria comprensione o esperienza.
Le date e le location dell’evento sono segnate sulla locandina allegata.

Manifestazione di interesse a partecipare alla procedura negoziata per l’affidamento dell’appalto dei lavori di “Riparazione dei danni provocati dal sisma del 26 dicembre 2018 con interventi di consolidamento, nella chiesa di San Giuseppe fraz. Pisano - Z

Arcidiocesi di Catania - Ufficio Beni Culturali

E’ stato pubblicato sulla piattaforma https://arcidiocesicatania.tuttogare.it/ l’avviso di manifestazione di interesse a partecipare alla procedura negoziata per l’affidamento dell’appalto dei lavori di “Riparazione dei danni provocati dal sisma del 26 dicembre 2018 con interventi di consolidamento, nella chiesa di San Giuseppe fraz. Pisano - Zafferana Etnea”.

L' Ufficio liturgico diocesano condivide il sussidio, predisposto dall'Ufficio liturgico nazionale, per aiutare le nostre comunità a celebrare e vivere con frutto il tempo quaresimale.

Arcidiocesi di Catania - Ufficio Liturgico Diocesano

L' Ufficio liturgico diocesano condivide il sussidio, predisposto dall'Ufficio liturgico nazionale, per aiutare le nostre comunità a celebrare e vivere con frutto il tempo quaresimale.

«Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2Cor 6,2). Le parole indirizzate dall’apostolo Paolo alla comunità cristiana di Corinto aprono il cammino della Quaresima, tempo di grazia che il Signore Gesù ci dona per ritornare a lui con tutto il cuore e ricominciare una vita nuova, al di là di tutti i nostri fallimenti.

I gesti di carità, le parole della preghiera, i frutti del digiuno di questo tempo di guarigione dell’anima ci aiuteranno a celebrare le festività pasquali «non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità» (1Cor 5,8).

Se la Quaresima è il tempo della conversione, i cinquanta giorni di Pasqua sono un «laetissimum spatium» per uscire dall’oscurità della notte e vivere l’incontro con il Risorto, gustare la gioia e alimentare la speranza, crescere nella comunione e raccontare le meraviglie da Dio compiute.

Seguendo la suggestiva immagine dei “Cantieri”, che accompagna il cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia, il sussidio, proposto dall’Ufficio Liturgico Nazionale, in collaborazione con il Settore Biblico dell’Ufficio Catechistico Nazionale, il Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità e la Caritas Italiana, potrà risultare utile per i presbiteri, chiamati a crescere nell’arte del celebrare, e per le nostre assemblee, desiderose di vivere con verità la purificazione quaresimale e la gioia della Pasqua.

 Giuseppe Baturi
Segretario Generale della CEI

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Proposta di canto:
Spezza il tuo pane

Musica: Matteo Lattarulo
Testo ispirato a Is 58
Forma: Canzone
Uso liturgico: Comunione e Presentazione dei doni
Voci: Antonio Di Marco e Francesca Pillon
Organo: Carlo Paniccià

Salmi responsoriali

Mercoledì delle Ceneri

Prima Domenica di Quaresima

Seconda Domenica di Quaresima

Terza Domenica di Quaresima

Quarta Domenica di Quaresima

Quinta Domenica di Quaresima

“PELLEGRINI DI VERITÀ, PELLEGRINI DI PACE” Incontro con S.E.R. Mons. Giuseppe Baturi Arcivescovo di Cagliari, Segretario generale della CEI

Arcidiocesi di Catania

Lunedì 6 FEBBRAIO 2023 ore 19:30 presso il Teatro Nuovo Sipario Blu, Istituto Francesco Ventorino Largo F. Ventorino (già Via dei Salesiani n. 2), Catania

“PELLEGRINI DI VERITÀ, PELLEGRINI DI PACE”
Incontro con S. E. Rev.ma Giuseppe Baturi Arcivescovo di Cagliari, Segretario generale della CEI

Accogliendo l’accorato appello del Papa (“Vi invito ad accompagnarmi nella profezia per la pace – Cristo, Signore della pace), lunedì 6 FEBBRAIO 2023 ore 19:30 presso il Teatro Nuovo Sipario Blu (Largo Francesco Ventorino - già Via dei Salesiani n. 2, Catania), Comunione e Liberazione propone un incontro dal titolo “Pellegrini di pace, pellegrini di verità”.
A illustrare la drammatica situazione della “terza guerra mondiale a pezzi” e la profezia della pace, secondo il magistero della Chiesa, sarà il Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari.
Ad introdurre l’incontro, promosso oltre che da Comunione e Liberazione anche dalla Fondazione Ventorino, dal Centro Culturale di Catania e dalla Fondazione Sant’Agata, sarà il prof. Alfonso Ruggiero, responsabile regionale di CL in Sicilia.

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