La Chiesa di Catania rilancia la XVI Giornata Sociale Diocesana

La Chiesa di Catania rilancia la XVI Giornata Sociale Diocesana

L'Ufficio per i Problemi sociali e il lavoro della nostra Arcidiocesi di Catania organizza la XVI Giornata sociale per Sabato 26 Novembre p.v. Stiamo riprendendo un filo, che si era dipanato sin dal 2005 e che era andato avanti, ininterrottamente negli anni, fino al 16 Novembre 2019, quando, partendo dai Cento anni dell'Appello ai Liberi e forti di Don Luigi Sturzo, abbiamo puntato la nostra attenzione sulla Città-comunità, che deve essere edificata insieme con il contributo responsabile di ogni cittadino. La pandemia, lo sappiamo, ha impedito di continuare questa esperienza formativa, che si era sempre più radicata e allargata nella nostra comunità ecclesiale. Sulla scia dell'insegnamento sociale della Chiesa e fino al magistero di papa Francesco, il nostro Ufficio diocesano ha cercato di formare il laicato cattolico alla cittadinanza attiva, sottolineando lo stretto legame tra fede e storia, che si declina anche tra fede e impegno per essere lievito a favore del bene comune nelle istituzioni e nelle strutture socio-politiche. In questa direzione, infatti, andavano le tematiche affrontate nel corso degli anni: dal valore della democrazia partecipativa al senso del bene comune, dal rapporto etica-politica alla legalità nella vita economica, alla centralità della famiglia nella società (tanto per citare alcuni titoli), fino a toccare le problematiche legate al nostro essere cittadini di una Europa stanca (per usare un’espressione di papa Francesco) e bisognosa di profondo rinnovamento, per ritrovare le sue radici. Mi sembra importante testimoniare che tutti questi percorsi sono stati resi possibili dalla collaborazione attiva ed efficiente della Commissione del nostro Ufficio: abbiamo fatto in questi anni una vera esperienza di Chiesa sinodale, dove i laici hanno potuto esprimere le loro competenze e dare il loro fattivo contributo di idee, di indicazioni operative, che hanno permesso di delineare sempre più il volto delle Giornate.

In questo nostro sforzo formativo, ci sentiamo sostenuti dalle affermazioni di Papa Francesco che, addirittura, nella esortazione sulla santità (Gaudete et Exsultate, n 101), non esita a scrivere: Nocivo e ideologico è anche l’errore di quanti vivono diffidando dell’impegno sociale degli altri, considerandolo qualcosa di superficiale, mondano, secolarizzato, immanentista, comunista, populista”. E Francesco precisa che la vita e la dignità di ogni persona umana esigono di essere difese per tutto l’arco dell’esistenza, facendosi carico di creare condizioni strutturali giuste. Pertanto, continua il pontefice, è errato relativizzare l’impegno sociale “come se ci fossero altre cose più importanti o come se interessasse solo una determinata etica”. Infatti “La difesa dell’innocente che non è nato, per esempio, deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra, e lo esige l’amore per ogni persona al di là del suo sviluppo. Ma ugualmente sacra è la vita dei poveri che sono già nati, che si dibattono nella miseria, nell’abbandono, nell’esclusione, nella tratta di persone, nell’eutanasia nascosta dei malati e degli anziani privati di cura, nelle nuove forme di schiavitù, e in ogni forma di scarto”. E il Papa sottolinea che la santità cristiana non si vive in una sorta di iperuranio platonico, ma si concretizza sporcandosi le mani affinché siano superate quelle strutture di peccato, lesive della dignità umana, che ignorano i più elementari princìpi di solidarietà: “Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo, dove alcuni festeggiano, spendono allegramente e riducono la propria vita alle novità del consumo, mentre altri guardano solo da fuori e intanto la loro vita passa e finisce miseramente”.

La XVI Giornata Sociale 2022 affronterà la grave e, purtroppo, attuale questione della Pace, partendo dalla enciclica “Pacem in terris”, di Giovanni XXIII, la cui pubblicazione avvenne nell'aprile del 1963, dopo che, nell'Ottobre precedente, il Pontefice era riuscito a scongiurare la guerra, che già si profilava all'orizzonte, nel bel mezzo della crisi dei missili a Cuba. Ci si avvia, quindi, alla celebrazione dei 60 anni, e noi pensiamo che oggi educare alla Pace, secondo i criteri della Dottrina sociale della Chiesa, con tanta confusione ideologica che si è creata attorno alla guerra in Ucraina, sia un contributo importante che possiamo offrire a tutte le persone di buona volontà. La Giornata si terrà in Seminario, con inizio alle ore 9,00. Il nostro Arcivescovo introdurrà la preghiera e i lavori. A seguire, il Direttore dell'Ufficio per i problemi sociali presenterà la tematica della Giornata e ne illustrerà lo svolgimento. La relazione fondamentale è affidata a S.E. Mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana. Già Rettore magnifico dell’Università Pontificia Salesiana (Roma) e Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Attualmente, Mons. Toso è membro della Commissione CEI per i Problemi sociali e il lavoro e del Comitato Scientifico delle Settimane Sociali. “A 60 anni dalla “Pacem in terris”: il messaggio della Dottrina sociale in un nuovo assetto geopolitico” è il titolo della sua relazione. Subito dopo, il Dr. Claudio Sammartino illustrerà le iniziative in corso, a seguito del documento “Non possiamo tacere”. Dopo l’intervallo, i partecipanti si organizzeranno in gruppi di studio, allo scopo di approfondire quanto emerso nelle relazioni e per elaborare le linee operative, che confluiranno nella “Carta degli impegni”, che sarà presentata al nostro Arcivescovo, che chiuderà la Giornata, alle ore 17,30, con le sue conclusioni.

Vogliamo notare che l’attività dei “gruppi di studio” è ciò che da sempre ha caratterizzato la nostra Giornata ed è un’esperienza che da tutti è stata apprezzata, poiché si tratta di un momento di confronto e di discernimento: e dati i tempi, difficili e complessi, che stiamo vivendo, forse, oggi, più di prima questi gruppi sono da valorizzare nella loro importanza. Siamo consapevoli che come comunità cristiana non possediamo ricette e soluzioni per ogni problema, piuttosto, vogliamo essere compagni di viaggio con tutte le persone di buona volontà per sostenere e incoraggiare la ricerca e l’attuazione di proposte per il bene comune. In definitiva, vogliamo essere cristiani che non si abbandonano al pessimismo sulla tragicità dell'oggi, ma cercano i segni dei tempi in cui sono stati chiamati a vivere, sapendo mettere mano alle cose con la responsabilità e il coraggio della profezia.

Don Piero Sapienza
Direttore